Raccolta differenziata e riduzione
Ma l’Europa che indicazioni dá sulla gestione dei rifiuti ?
La direttiva europea 98/2008 indica una gerarchia nella gestione dei materiali postutilizzo. Viene prima la prevenzione, poi la preparazione per il riutilizzo, poi il riciclaggio, al quarto posto il recupero di altro tipo, tra cui il recupero energetico, a caldo o a freddo ed infine lo smaltimento.
Come vengono smaltiti i rifiuti in Italia ?
Il 68% dei rifiuti vanno in discarica, il 18% a riciclo, il 12% agli inceneritori, il 5% diventa compost.
I nostri rifiuti urbani di che cosa sono composti ?
L’organico rappresenta il 28/30% dei rifiuti, carta e cartone 23%, plastica 11/15%, vetro 7%, legno 5%, metalli 2%, tessili 5%, altri materiali 18%.
Qual’è la produzione di rifiuti urbani in Italia ?
In Italia si attesta su 32 milioni di tonnellate/annue (550 kg per persona), in Emilia Romagna 2,9 milioni (673 kg/abitante), a Parma 267 mila tonnellate (605 kg / abitante).
Quali sono le percentuali di raccolta differenziata in Italia ?
La situazione è molto variegata e dipende dal tipo di gestione dei rifiuti che viene applicata nel singolo territorio. Dove è stata implementata la raccolta differenziata porta a porta i risultati sono evidenti: Novara (63,10%), Treviso 3 (78,73%). A Torino siamo fermi a meno del 50%, a Brescia dopo dieci anni di inceneritore la Rd è bloccata al 39,10%. Sul nostro territorio ci sono però esempi clamorosi di corretta applicazione della Raccolta differenziata spinta, che hanno dato risultati eccezionali. Noceto (86%), Soragna (80,56%), Fidenza (65,99%), Roccabianca (80,20%), Sala Baganza (78,20%).
Quanto rifiuto residuo si produce rispetto al tipo di gestione dei materiali di scarto ?
Il Consorzio Priula ha stimato nel 2002 la produzione di rifiuti pro capite rispetto al sistema di gestione adottato. Raccolta stradale dei rifiuti: 327 kg/abitante anno, raccolta domiciliare: 153 kg/abitante. Raccolta domiciliare e tariffa puntuale: 64 kg/ abitante.
Che cos’è la tariffa puntuale ?
La tariffa puntuale è quel tipo di tariffa che fa pagare il cittadino in base a quello che effettivamente produce di rifiuto da smaltire. Si intende così premiare i comportamenti virtuosi di quei cittadini che trattano correttamente i materiali riciclando tutto quello è possibile riciclare. Si è notato che attraverso l’applicazione di questo tipo di tariffa la produzione di rifiuti residuo indifferenziato cala drasticamente in quanto il cittadino è portato a comportarsi in modo corretto, dato che i suoi gesti toccano direttamente il suo portafoglio.
Ma anche se si differenzia molto, resterà sempre qualcosa da smaltire: cosa ne facciamo?
Purtroppo oggi vengono ancora prodotti beni non completamente riciclabili. Applicando una corretta raccolta differenziata porta a porta si possono raggiungere percentuali altissime, attorno all’80% e oltre. Quello che rimane può essere trattato da un impianto a freddo che attua il cosiddetto "Trattamento Meccanico Biologico" (TMB), che consiste nell'asciugare e rendere inerte il materiale residuo.
Il poco che rimane è comunque una quantità inferiore al rifiuto prodotto da un inceneritore (~30% dei rifiuti bruciati). Con una legislazione adeguata (anche sul fronte degli imballaggi) si potrà presto raggiungere il 100% di raccolta differenziata azzerando il problema e raggiungendo il recupero totale.
Nel frattempo possiamo stoccare questo piccolo quantitativo in discariche moderne senza che crei alcun tipo di percolato o emissione inquinante, in quanto il TMB dissecca preventivamente il rifiuto e rimuove le sostanze che generano liquidi ed odori.
Come influiscono i sistemi di raccolta rispetto alla percentuale di RD ?
La raccolta differenziata dipende proprio dal tipo di gestione dei rifiuti che si è importata. L’esperienza italiana, ma anche quella europea, ha tracciato una sorta di asticella che sale con l’incremento della specializzazione.
Con una raccolta stradale e cassonetti per il secco (carta, verto, plastica ecc.) solo stradali si arriva al 10% di Rd. Con l’implementazione dell’umido, sempre con cassonetti stradali, si può raggiungere il 20% di Rd. Con un sistema porta a porta di alcune frazioni come la carta è possibile arrivare al 40%. Ma solo adottando il porta a porta sia del secco che dell’umido si può raggiungere il 70% che diventa 80% quando si aggiunge anche la tariffa puntuale.
Fare il porta a porta costa di più?
No. Il sistema porta a porta ha un costo evidentemente maggiore nella fase di raccolta del rifiuti impiegando maggiore personale (e creando lavoro), ma si risparmia sia sui mezzi, che sono più semplici e di più facile manutenzione, che nella fase dello smaltimento, visto che il porta a porta ha come risultati il calo drastico del rifiuto da smaltire (quindi meno spese per i Comuni) e l’aumento dei contributi Conai ai Comuni stessi (aumento delle frazioni riciclate).
Perché conviene riciclare piuttosto che usare materie prime?
La produzione di un nuovo oggetto, realizzato partendo dalle materie prime, richiede più energia di quella necessaria per il suo riciclo e di quella ottenibile con il suo incenerimento.
Produrre ad esempio una tonnellata di carta richiede -partendo dalla natura- 164 kg equivalenti di petrolio. Attraverso il riciclo la stessa quantità di carta la si ottiene con 52 kg equivalenti di petrolio. Bruciare la stessa quantità di carta produce 101 kg equivalente di petrolio (con un rendimento elettrico bassissimo, di circa il 25%).
Come si fanno a ridurre i rifiuti prodotti?
Ci sono tante iniziative che sommate tra loro portano a forti riduzioni della produzione pro capite di rifiuto. Il progetto europeo -100kg pro capite prevede queste azioni.
Compostaggio domestico (-30 kg/anno), azioni contro lo spreco di cibo (-8 kg), pannolini lavabili (-2 kg), riduzione invio volantini (-5 kg), dematerializzazione cartacea a scuole e in ufficio (-10 kg), vuoto a rendere (-12 kg), acqua rubinetto e fontane del sindaco (-2 kg), sacchetti e borse riutilizzabili (-1 kg), misure anti imballaggio inutile (-10 kg), riutilizzo abiti (-4 kg), riutilizzo giocattoli e forniture (-10 kg), misure contro acquisti eccessivi (-3 kg).
Quali sono i record di riciclo a livello nazionale ed internazionale?
Pordenone, 51.000 abitanti, 2010 (76%); Capannori (Lucca), 45.000 abitanti, 2010 (81%); Ponte sulle Alpi (Belluno), 8.500 abitanti, 2010 (88%); Suzzara (Mantova) 20.134 abitanti, 2010 (83%);
San Francisco (California), 808.000 abitanti, (71%); Fiandre (Belgio) 6,1 milioni di abitanti, 71%.
Come si può incrementare la pratica del riciclo fuori casa?
Si devono incrementare i luoghi in cui sono attivi piani e punti di raccolta differenziata, in modo da rendere facile e comodo differenziare i materiali. Quindi attivare punti di RD anche nelle scuole, negli impianti sportivi, nei cinema, nei centri commerciali, nelle parrocchie, nei parchi, nei musei, nei ristoranti, nei teatri, nei negozi, negli uffici pubblici, nei Comuni, nelle edicole...
Il riciclo fuori casa funziona?
Ci sono già alcune importanti esperienze pilota che danno il senso delle potenzialità ancora inespresse da questo particolare settore. Alle scuole di Treviso attraverso la collaborazione con il Centro Riciclo Vedelago, la percentuale di RD ha raggiunto il 99% con costi uguali a zero. Ai Mondiali Antirazzisti di Casalecchio, 30 mila persone, la RD ha raggiunto il 73%. Alla manifestazione Woodstock 5 Stelle di Cesena si è riciclato il 91% dei rifiuti. A Gardaland si ricicla già dai primi mesi di attivazione l’80% dei rifiuti.
Ma il riciclo è solo una fissa italiana?
No, anche Barack Obama cita sul suo sito questa importante pratica: “Recycle as much as possible, which includes buying products with recycled content. I think we, as a nation, should set federal standards with achievable target dates requiring all states to recycle plastic, aluminium, paper, etc., incrementally working toward a goal of zero waste” http://my.barackobama.com/page/group/ReduceReuseRecycle
Cosa cambia con il metodo porta a porta ?
Intanto vengono eliminati i cassonetti stradali, con un miglioramento dell’impatto sul decoro urbano della gestione dei rifiuti, liberando aree pubbliche per altre funzioni, con strade più pulite.
I rifiuti vengono poi classificati e separati alla fonte nelle case dei cittadini con appositi contenitori. In particolare si separa il “secco” dall’ “umido” consentendo di non sporcare la frazione secca indifferenziata. I rifiuti vengono raccolti in giorni prestabiliti, direttamente presso il domicilio previo esposizione del relativo cassonetto. La fase finale (opzionale) è la tariffazione puntuale che consente di parametrare la tariffa sulla base della effettiva produzione di rifiuti indifferenziato, l’unica frazione che comporta un forte costo per il Comune.
La raccolta differenziata ha raggiunto la massima percentuale possibile già ora?
No, la RD in Italia è in costante crescita e continua ad aumentare anche nell’attuale periodo di crisi.
Ad esempio, i dati Conai mostrano che nel 2008 si è recuperato l'1,3% in più di rifiuti di imballaggio rispetto all'anno precedente. E nel 2007 sono state raccolte oltre 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti cellulosici (carta-cartone), con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente. Questo tipo di RD si sta sviluppando anche nel Sud Italia, da cui ormai proviene il 17% dei rifiuti cellulosici recuperati a livello nazionale.
Non ha quindi alcuna ragione di essere l’obiezione che il sistema di RD abbia raggiunto in Italia il proprio limite. Tale limite, ammesso che esista (i materiali di recupero vengono tranquillamente esportati) è in realtà ancora molto lontano. In Toscana succede addirittura che, sul fronte della raccolta, si raccolga anche troppo. Nel 2009, con la RD multimateriale ogni giorno si sono raccolti più rifiuti riciclabili di quanti ne possano essere trattati quotidianamente nell’impianto della ditta Revet, pure di nuova costruzione. La Revet non ha infatti adeguato l’impianto nonostante il trend di crescita fosse evidente da anni. Ma un adeguamento della potenzialità dell’impianto risolverà il problema. Ma, aldilà di eventuali difficoltà sul fronte del trattamento in impianto, ciò che conta è che non esistono problemi per la collocazione della maggior parte del materiale recuperato. Di sicuro non ci sono problemi per collocare i rifiuti cellulosici in Toscana: il 50% delle cartiere italiane si trova in Lucchesia.
E per gli altri materiali, gli accordi vigenti coi consorzi di filiera garantiscono il collocamento in un quadro di prezzi garantiti. Anche per quanto riguarda la frazione organica non ci sono motivi di ostacolo per incrementare le quantità recuperate con la RD, dato che non ci sono problemi per trattare tutto il materiale raccolto. Diversi impianti di compostaggio sono tuttora sottoutilizzati e ben lungi dal raggiungere la saturazione della capacità nominale. E, nel caso, nuovi impianti di compostaggio possono essere realizzati, in tempi molto più brevi e a costi che normalmente sono inferiori di DUE ordini di grandezza rispetto a un impianto di incenerimento.
È vero che la raccolta differenziata la mettono insieme a tutti i rifiuti?
Potrebbe capitare che i mezzi utilizzati per la raccolta dell'indifferenziato siano usati anche, in altre giornate, per la raccolta differenziata. In generale però la RD viene correttamente svolta, infatti i risultati sono in costante crescita a livello italiano.
Esistono però ancora dei buchi neri pericolosi. È il caso ad esempio delle frazioni plastiche. Con la scusa che non tutte sono riciclabili (o meglio non tutte sono inserite nel ciclo del Conai) dalla differenziata della plastica vengono tolti materiali che vanno all'incenerimento. Succederà a Parma dove Iren ha progettato nero su bianco che l'intercettazione della plastica scenderà al 17%, nonostante il PPGR indichi una percentuale del 59,7%.
Ma la raccolta differenziata costa di più?
No, la RD porta a porta dei rifiuti organici riduce i costi complessivi di gestione. Per chi è capace di creare sistemi efficienti di gestione dei rifiuti, i costi sono gli stessi. È dimostrato che quando supera la soglia del 40-50%, con una elevata intercettazione della frazione organica, la Rd può costare meno rispetto alla gestione degli indifferenziati. Una RD ben progettata consente di ottenere enormi risparmi nei costi di gestione dei rifiuti, anche perché diminuiscono anche i quantitativi complessivi di rifiuti da gestire.
Come spiega il Consorzio Priula (TV) nel proprio sito: Il sistema Priula ha permesso il raggiungimento di un'elevata percentuale di raccolta differenziata (media del 78% nel 2007), una riduzione della produzione procapite di rifiuti (da 440 kg/abitante/anno nel 2000 a 364 kg/abitante/anno nel 2007) ed, in particolare, di quelli non riciclabili (il secco non riciclabile è passato da 321 kg/abitante/anno nel 2000 a 81,5 kg/abitante/anno nel 2007).
È ormai da una decina di anni che per gli esperti l’economicità della RD, a certe condizioni, è un fatto scontato, dimostrato da numerosi studi e ricerche, quali ad esempio quelli prodotti dal gruppo di lavoro della Scuola Agraria del Parco di Monza, uno dei migliori riferimenti a livello mondiale per il compostaggio e le buone pratiche nella gestione dei rifiuti.
La pluriennale esperienza di dozzine e dozzine comuni lombardi e veneti ha dimostrato che separare alla fonte mediante la RD una quota di rifiuti organici pari all’80-90% della frazione consente di riformare il servizio ordinario di raccolta dei rifiuti, con una riduzione dei costi complessivi. Ciò è dovuto principalmente a due fattori: per effetto della separazione della sostanza organica i rifiuti indifferenziati sono meno putrescibili e quindi si può ridurre la loro frequenza di prelievo, ad esempio svuotando i bidoni solo una volta alla settimana; dato che i rifiuti organici hanno una densità maggiore rispetto ai rifiuti indifferenziati, per la RD di questa frazione si possono impiegare mezzi a vasca non compattanti, molto meno costosi dei mezzi compattatori, anche in termini di costo di esercizio.
È infine utile ricordare che quando i sistemi avanzati di RD vengano uniti a sistemi di tariffazione puntuale, che incentivano il contenimento individuale della generazione di scarti, ciò determina una rilevante diminuzione della produzione procapite dei rifiuti, che nei bacini veneti è addirittura pari alla metà della media nazionale. Aldilà dei tassi di RD, una forte riduzione dei quantitativi assoluti da trattare determina inevitabilmente una forte riduzione anche dei costi complessivi di gestione dei rifiuti.
Come si impiegano i materiali riciclati?
In Italia si ricicla quasi il 60% degli imballaggi. La maggior parte dei materiali recuperati con la RD viene riciclata come materiale e siamo ancora lontani dalla saturazione della capacità di collocazione delle materie seconde nell’industria italiana.
Secondo i dati Conai, in Italia viene raccolto in modo differenziato e riciclato il 57% degli imballaggi immessi al consumo. La percentuale di riciclo a livello di singolo materiale varia dal massimo di materiali cellulosici e acciaio (vicini al 70% di tasso di riciclo) al minimo della plastica, che ha un tasso di riciclo del 28%. Questi dati, uniti a quelli dei quantitativi di materie seconde da rifiuto importate dall’estero, fanno facilmente capire come in Italia esistano ancora ampi margini di collocazione delle materie seconde recuperate con la Rd.
Basti pensare che, nonostante un tasso di riciclo dei materiali cellulosici del 80%, nel 2008 è aumentato del 7% la quantità di carta e cartone recuperata con la RD e sono state importate dall’estero circa mezzo milione di tonnellate di carta da macero. Non ci sono problemi neanche per quanto riguarda il vetro, che ha un tasso di riciclo del 60%. E si deve tenere presente che, qualora si venisse raggiunta la saturazione della capacità di riciclo in un impianto, nuovi spazi di mercato possono essere creati grazie alla separazione per colore. In pratica significa fare la RD del vetro con contenitori diversificati in base al colore: una cosa che in Germania si fa da decenni.
Inoltre, un grande impulso alla collocazione dei materiali di recupero deriverebbe dalla applicazione della legge che fissa una quota minima di prodotti contenente materiale riciclati negli acquisti della Pubblica Amministrazione (Decreto Interministeriale n. 135 dell'11 Aprile 2008). Questa norma è invece finora stata abbastanza disattesa, nonostante il dichiarato impegno del Ministero dell'Ambiente nei confronti del Green Public Procurement.
Quali sono i vantaggi del porta a porta ?
Il più evidente è l’aumento della raccolta differenziata e il calo dello smaltimento di rifiuti. Poi vi è una maggiore qualità delle frazioni raccolte con conseguente incremento del tasso di riciclo. Si blocca il costante aumento dei costi di raccolta e smaltimento. Il decoro urbano guadagna dall’eliminazione dei cassonetti stradali, incrementando nel contempo la disponibilità di parcheggi, migliorando la pulizia delle strade. Vengono responsabilizzati i cittadini anche attraverso la tariffa puntuale e le eventuali sanzioni, favorendo al contempo un maggiore contatto con gli operatori. Infine la raccolta porta a porta è più comoda della differenziata stradale.
Con la raccolta differenziata serve ancora l'inceneritore?
Se si fa molta Rd, spesso poi non serve più incenerire. Si deve prestare attenzione a un concetto importante. Se si progettano efficaci sistemi di Rd e di tariffazione puntuale si raggiungono facilmente tassi superiori all’obiettivo di legge del 65%. Ma, soprattutto, l’effetto combinato della differenziazione dei materiali recuperabili e di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti (dovuto all’introduzione della tariffa) fa sì che in moltissimi bacini di gestione i quantitativi di rifiuti indifferenziati si riducono enormemente. Fino al punto di non rendere conveniente la costruzione di un inceneritore. Questo è ad esempio il caso della Provincia di Treviso, area estremamente produttiva e industrializzata, ma che fa a meno di ricorrere all’incenerimento grazie all’esempio virtuoso di buona gestione dei suoi tre bacini di raccolta, uno dei quali (il Consorzio Priula) riesce a riciclare ben l’80% dei propri rifiuti. Quando succede che sono le province a decidere con i propri piani la dotazione impiantistica del territorio, è facile che il risultato sia la presenza di una rete impiantistica non ottimizzata, con presenza di impianti sovradimensionati, che -al fine di saturare la capacità di trattamento, per evitare il conseguente aumento dei costi specifici di smaltimento -sono poi costretti a trattare rifiuti prodotti fuori dal bacino.
Si può ottenere compost da selezione meccanica dell'indifferenziato?
No, solo la Rd consente la necessaria purezza merceologica. Già all’inizio degli anni ’90, l’ingegnere responsabile della gestione dei rifiuti a Vienna (in cui venne creato uno dei primi sistemi integrati di gestione della frazione organica) spiegava che poteva bastare l’errato conferimento nella Rd dei rifiuti organici di un fazzolettino per la pulizia degli occhiali per contaminare di sostanze chimiche indesiderate e rovinare un’intera partita di compost. L’evoluzione tecnica di questi ultimi anni non ha consentito neanche di creare efficaci macchine lacerasacchi: e per questo è vivamente raccomandabile l’uso dei sacchetti in plastica biodegradabile o di carta nelle Rd dell’organico. Non deve stupire che anche la separazione meccanica della frazione organica sia ben lungi dall’essere efficace. A causa della scarsa qualità del conferimento differenziato, dovuta a scarsa comunicazione sulla Rd o a sistemi di Rd mal progettati, persino alcuni impianti di compostaggio di frazione organica da Rd fanno molta fatica ad ottenere compost utilizzabile in agricoltura piuttosto che per copertura quotidiana delle discariche. Bisogna quindi rassegnarsi: se dalla frazione organica dei rifiuti si vuole ottenere un compost di qualità e realmente impiegabile in agricoltura, la Rd è un passo obbligato. L’esperienza della Lombardia, in cui la maggior parte della popolazione è servita dalla Rd della sostanza organica e in cui la percentuale di scarti rinvenuti nei rifiuti organici è prossima allo zero (si veda a pagina 13 del Rapporto sulla gestione dei rifiuti della Regione Lombardia), dimostra che si può ottenere materiale idoneo al compostaggio di qualità direttamente dalla Rd, senza bisogno di ricorrere a inefficaci scorciatoie impiantistiche.
Quali sono le sigle dei rifiuti ?
Rifiuti Urbani (RU), Rifiuti Assimilati agli Urbani (RAU), Rifiuti Urbani Pericolosi (RUP), Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), Rifiuti Urbani Ingombranti (RUI), Rifiuti Speciali non Pericolosi (RSnP), Rifiuti Speciali Inerti (RS), Frazione Organica Fermentiscibile (FOF), Frazione Secca (FS), Frazione Umida (FU), Combustibile da Rifiuti (CdR), Rifiuti Speciali Pericolosi (RSP)
Cosa si produce con il materiale riciclato ?
Con 37 lattine di alluminio si può produrre una nuova caffettiera, con 800 lattine una nuova bicicletta.
Quanti e quali sono i consorzi per il riciclaggio dei materiali in Italia ?
I consorzi obbligatori sono il Conai (http://www.conai.org/ ), il Comieco (carta; http://www.comieco.org/ ), il Corepla (plastica; http://www.corepla.it/ ), il Cna (acciaio; http://www.consorzio-acciaio.org/ ), il Rilegno (legno; http://www.rilegno.it/ ), il Coreve (vetro; http://www.coreve.it/ ), il Cial (alluminio; http://www.cial.it/ ), Cobat (batterie; http://www.cobat.it/ ), il Conoe (oli e grassi vegetali e animali; http://www.consorzioconoe.it/ ), il Coou (oli minerali; http://www.coou.it/ ). I consorzi volontari sono Raee (elettrodomestici; http://www.cdcraee.it ), Conip (cassette in plastica; http://www.conip.it/) ed altri.
Qual’è la percentuale di rifiuti organici presenti nei nostri Rsu ?
Il rifiuto organico rappresenta il 35% dei rifiuti urbani. Se conferiti in discarica sono responsabili della produzione di percolato e di metano, gas clima alterante 21 volte più potente della CO2. Il 30% di tutte le emissioni antropiche di metano vengono dalle discariche. Il rifiuto organico, se portato all’incenerimento, essendo costituito da acqua al 70% fa calare il potere calorifico del rifiuto.
Perché fare il compostaggio ?
E’ il trattamento meno costoso rispetto alla discarica e all’incenerimento, recuperando l’organico si produce il compost, ricco di sostanze organiche, che contribuisce al miglioramento del suolo, alla riduzione dell’erosione, meno consumi idrici e meno uso di fertilizzanti chimici. Il compost è inoltre un deposito di carbonio.
C’è qualche esempio di riduzione dei rifiuti nel campo degli sfalci verdi ?
Certamente. In Gran Bretagna, dal 2002, i parchi reali di Londra centrale hanno introdotto il compostaggio del verde sul posto per ridurre l’apporto di concimi nei 4 parchi reali. Dopo una approfondita fase di studio il progetto ha preso avvio nel 2005 comportando il recupero del 100% degli sfalci e delle potature (http://www.royalparks.org.uk/ ).
Quali sono i materiali in gioco con i rifiuti ?
Qualunque sia il metodo di trattamento dei rifiuti i materiali presenti sono vetro e inerti, metalli, plastiche, scarti di cibo, sfalci d’erba, legno, carta e cartone, tessuti (lana, cotone...). Circa il 60% dei rifiuti è biodegradabile, circa l’80 / 86% dei rifiuti è compostabile e riciclabile.
E’ vero che a Napoli non si fa la raccolta differenziata ?
Non in tutta la città. Ad esempio un quartiere di Napoli (211.500 abitanti) ha raggiunto nel 2009 il 75% di RD, diventando uno dei maggiori esempi in Italia di eccellenza nella raccolta differenziata, insieme a Salerno (139.000 abitanti; 72% di RD), Reggio Emilia (6° Circoscrizione) 70%, Novara (105.000 abitanti; 68% di RD).
Come mai rimane ancora una quota di rifiuto indifferenziato nonostante il porta a porta ?
Tutto ciò che rimane a valle di una corretta gestione dei rifiuti è un errore di progettazione. Tutti i prodotti infatti andrebbero costruiti ed assemblati considerando anche il loro destino post utilizzo. E’ quindi necessaria anche una rimodulazione normativa per imporre alle aziende produttrici di porre sul mercato beni che siano completamente e facilmente riciclabili, riutilizzabili, compostabili, prodotti quindi che non si possano trasformare in rifiuti non recuperabili.
I pannolini costituiscono un problema ?
Sì, si tratta di materiale complesso da gestire in quanto misto di materiali plastici, cellulosici e organici. Oggi si cerca di affrontare questi flussi in modo differenziato costruendo una apposita raccolta dedicata. Il pannolino infatti “sporca” il rifiuto indifferenziato causandone un calo qualitativo. In Inghilterra e Canada esistono impianti che separano le 3 frazioni per produrre compost e materie prime secondarie. Si cerca inoltre di sviluppare campagne informative che incoraggino l’utilizzo di pannolini lavabili, riciclabili, compostabili.
Ma le percentuali di raccolta differenziata sono un valore significativo?
Sì, ma occorre andare oltre. La produzione di rifiuti pro capite è un altro valore di cui tener conto in un piano di corretta gestione dei rifiuti. Esistono dati molto variabili anche tra regioni che hanno caratteristiche simili che fanno capire come il dato sia da tenere in considerazione. Ad esempio in Emilia-Romagna abbiamo una produzione di rifiuti pari a 620 kg per abitante/anno mentre nel Veneto il dato scende a 470 kg per abitante/anno. Il motivo? Mentre in Emilia-Romagna sono ancora diffusi i metodi di raccolta con cassonetto stradale, in Veneto sono adottati da tempo sistemi di raccolta porta a porta che impediscono il conferimento di rifiuti dalle attività commerciali.
Come posso ridurre la mia produzione di rifiuti?
Tanti sono i piccoli gesti che si possono compiere quotidianamente per ridurre i rifiuti prodotti e molti derivano dalle scelte dei prodotti che acquistiamo. Scegliere dei prodotti alla spina o delle ricariche piuttosto che acquistare ogni volta le confezioni usa e getta (detersivi o latte alla spina, pasta sfusa, etc), preferire prodotti che utilizzano imballi minimi e che non siano multi-materiale, bere acqua del rubinetto (è sufficiente lasciarla a decantare in caraffa per mezz’ora per far sparire il sapore di cloro), utilizzare fazzoletti e tovaglioli di stoffa anziché usa e getta, optare per posate , bicchieri e piatti compostabili per pic-nic o feste di compleanno, settare le stampanti in casa e in ufficio nella modalità fronte-retro. Queste sono alcune delle azioni che ci possono aiutare a ridimensionare il problema della gestione del rifiuto residuo e i margini di miglioramento sono elevatissimi se si pensa che a Parma ogni cittadino produce 311 kg di rifiuto da smaltire in discarica o a incenerimento, mentre a Ponte delle Alpi in provincia di Belluno hanno raggiunto il 90% di raccolta differenziata e solo 20 kg per abitante all’anno di rifiuto residuo da smaltire.
Quali sono le azioni che un’amministrazione locale può mettere in campo per ridurre la produzione di rifiuti?
Le iniziative da intraprendere sono davvero tantissime. Eccone alcune:
COMMERCIO
- Accordo con la grande distribuzione per favorire la raccolta di imballaggi direttamente presso i punti vendita.
- Accordo con la grande distribuzione per riportare in auge il vetro e rendere e in generale i prodotti che consentono di riutilizzare o di riportare al negozio il contenitore.
SCUOLA
- Eliminazione dalle mense scolastiche delle bottigliette d'acqua di plastica.
- Inserimento in tutte le scuole dell'acqua da rubinetto filtrata per gli eventuali cattivi odori.
- Eliminazione dalle mense scolastiche di tutte le stoviglie usa e getta.
- Inserimento negli asili dei pannolini riutilizzabili o compostabili.
FAMIGLIA
- Attivazione presso le famiglie del ritiro separato di pannolini e pannoloni.
- Attivazione della tariffa puntuale: paghi solo per la produzione di indifferenziato.
ENTI PUBBLICI
- Introduzione di acqua di rubinetto al posto dei distributori di bottigliette di acqua usa e getta.
- Eliminazione delle salviette usa e getta da tutti i bagni ed introduzione di rulli lavabili e riutilizzabili.
CITTADINANZA
- Realizzazione di centri del riciclo, del recupero e del riuso dove poter accentrare gli oggetti non più utilizzati o rotti per favorire il recupero, la rimessa in funzione, la rivendita.
- Diffusione in tutti i quartieri delle fontana pubbliche con acqua filtrata e refrigerata.
- Diffusione e sostegno economico del compostaggio domestico
- Diffusione del compostaggio degli sfalci direttamente nelle aree verdi pubbliche con angoli dedicati a cui possano contribuire i cittadini
- Librerie diffuse di testi usati
- Diffusione del baratto e dello scambio di beni.