Come funziona oggi la raccolta dei rifiuti da imballaggio? Cos'è il CONAI? Cos'è l'accordo ANCI-CONAI?
In Italia la raccolta dei rifiuti da imballaggio è coordinata da un consorzio nazionale obbligatorio e senza scopo di lucro denominato CONAI (COnsorzio NAzionale Imballaggi). Il CONAI è il consorzio privato costituito dai produttori di imballaggi, ed ha la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio come previsto dalla legislazione europea recepita in Italia attraverso il Decreto Ronchi (ora Dlgs. 152/06).
Il CONAI, a sua volta, si divide in altri consorzi (detti “di filiera”) che si occupano delle diverse tipologie di materiali da imballaggio. Tali consorzi di filiera a loro volta si appoggiano ad aziende per l'effettivo lavoro di selezione, pulitura, e preparazione dei materiali per il riciclo. I Consorzi di filiera CONAI sono 6, rappresentativi dei materiali di imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.
I Consorzi di filiera per i rifiuti da imballaggio, sono stati istituiti in ambito nazionale al fine di assicurare la responsabilizzazione degli operatori economici, conformemente ai principi di “chi inquina paga” e della responsabilità condivisa, e di realizzare determinati obiettivi di recupero.
I consorzi di filiera che fanno capo a CONAI sono:
- CIAL: Consorzio Imballaggi ALLUMINIO
- COMIECO: Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (CARTA)
- COREPLA: Consorzio per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in PLASTICA
- COREVE: Consorzio recupero VETRO
- Ricrea: Consorzio nazionale per il riciclo ed il recupero degli imballaggi in ACCIAIO
- RILEGNO: Consorzio nazionale per il recupero e il riciclaggio degli imballaggi in LEGNO
Va evidenziato che non tutti i rifiuti sono imballaggi. Esistono dunque anche altri consorzi NON facenti capo a CONAI (che ricordiamo, si occupa solo di imballaggi) e che ad esempio recuperano altri materiali: COBAT, Consorzio obbligatorio batterie al piombo esauste e rifiuti piombosi; COOU, Consorzio recupero oli usati, POLIECO, Consorzio per il recupero di materiale in polietilene (esclusi gli imballaggi); il Consorzio nazionale raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti, Centro di Coordinamento RAEE per la raccolta di elettrodomestici (i cosiddetti RAEE), ecc.
Il CONAI ha aderito al consorzio PRO Europe, che gestisce il marchio "punto verde" (anche noto come "der grune punkt") il 16 settembre 2009, ma la sua attività all'interno del consorzio al momento sembra sospesa; inoltre non ha sottoscritto alcun contratto di licenza d'uso con PRO Europe del marchio Punto Verde e non può conferire la licenza dell'uso del marchio stesso ai consorziati. L'uso di tale marchio è pertanto riservato alle aziende che abbiano sottoscritto un contratto con le società che utilizzino il Punto Verde nei Paesi dove è eventualmente destinato l'imballaggio; questo vale anche nel caso di un importatore; in questo caso fa testo la copia della documentazione che giustifica la richiesta dell'importatore stesso di usare nell'imballaggio il marchio Punto Verde.
Difatto, per legge, molti rifiuti che non siano imballaggi non possono essere recuperati. In realtà sarebbe possibile a recuperare i materiali che hanno un maggior pregio e impatto ambientale, plastiche, legno e tutti i metalli. (logicamente il "tutto" e' relativo)
Il meccanismo prevede che i produttori di imballaggi paghino a CONAI (in pratica quasi s se stessi!) un "contributo ambientale" cioè una certa cifra per ogni tonnellata di imballaggi immessi sul mercato. Il CONAI versa poi questa cifra alle aziende di raccolta rifiuti per ripagarle del costo della raccolta differenziata e quindi ridurre la tassa rifiuti pagata dai cittadini. Il tutto è regolato dal cosiddetto "accordo quadro ANCI-CONAI".
L'importanza di questo Accordo ANCI-CONAI è quindi altissima per determinare quanto si ricicla e quanto pagano di tasse i cittadini, perché si stabilisce quanto i produttori di imballaggi devono contribuire a pagare la raccolta differenziata. Proprio in queste settimane è in corso il rinnovo dell'Accordo... ma nonostante sia del massimo interesse i media non ne parlano minimamente!!!
Da un lato il CONAI (costituito dai produttori di imballaggi) ha tutto l'interesse a minimizzare il contributo ambientale che dovrebbero pagare i suoi soci, dall'altra i Comuni tramite l'ANCI dovrebbero avere tutto l'interesse a massimizzarlo, per ridurre la TARSU-TARES-TARI ai cittadini. I conflitti d'interesse in CONAI quindi sono praticamente ovvi, mentre dal canto suo il presidente ANCI Piero Fassino (PD) sembra disinteressarsi completamente...
Il nuova bozza di accordo 2014 ha già raccolto molti suggerimenti ma non basta: a chiedere che l'ANCI si attivi nell'interesse dei cittadini sono anche l'associazione Comuni Virtuosi e persino soggetti istituzionali come l'ATO-R (associazione d'ambito torinese per la gestione dei rifiuti): il suo presidente Foietta in piu documenti dell'ATO-R dichiara l'insostenibilità economica e ambientale dell'accordo in scadenza. Inoltre evidenzia anche che:
"...La metà della raccolta, costituita da imballaggi misti (vaschette, reggette, film di piccole dimensioni, piatti e posate, ecc.), a seguito della selezione viene avviata non a riciclo, bensì all'incenerimento; tale scelta è difficilmente condivisibile sia dal punto di vista economico che da quello ambientale.
Oggi in Provincia di Torino la frazione estranea media è pari al 20-25%; del materiale conferito a COREPLA solo il 50% è destinato a effettivo riciclo; il restante 50% è rappresentato dalla frazione estranea e da imballaggi non valorizzabili che sono inviati al recupero energetico, in impianti fuori
provincia. Quindi solo la metà della plastica raccolta in modo differenziato viene effettivamente avviata al recupero di materia.
Per contro, nella filiera della plastica continua l’anacronistica distinzione fra imballaggio e manufatto: la riciclabilità (e di conseguenza quello che dovrebbe essere chiesto ai cittadini di raccogliere) non dipende e non deve dipendere (come invece accade oggi, ma fortunatamente non per tutte le filiere) dalla funzione che l’oggetto ha svolto prima di diventare rifiuto ma dal materiale di cui è composto. Mentre mandiamo a smaltimento molti rifiuti che avrebbero già oggi una filiera di riciclo (ad esempio manufatti in PE, PP o PET), molto di quanto chiediamo ai cittadini di raccogliere in modo differenziato diventa Frazione Estranea (F.E.), costituisce un extra-costo per i comuni e viene avviato dai consorzi di filiera (soprattutto COREPLA) a recupero energetico..."
e appoggia la richiesta di revisione:
Il sistema che ha regolamentato ad oggi i rapporti tra i Comuni Italiani e i consorzi di filiera nella raccolta differenziata degli imballaggi, attraverso l’Accordo Quadro tra Anci e Conai, non regge più e deve essere radicalmente rivisto.
Lo dimostrano i dati contenuti nel Dossier curato da ESPER e diffuso l’anno scorso dall’Associazione Comuni Virtuosi ed il Rapporto dall’ATOR Torinese, che hanno messo in evidenza l’insostenibilità economica e ambientale dell’accordo in scadenza, che sottrae risorse economiche ai comuni, e condiziona fortemente la possibilità degli stessi di raggiungere gli obiettivi di recupero di materia previsti dall’Europa e dalla Normativa Italiana.
Le notizie che arrivano dal tavolo della trattativa per il nuovo Accordo quadro ANCI CONAI non sono rassicuranti; si leggono comunicati stampa e dichiarazioni di Corepla e di rappresentanti dell’ANCI sostanzialmente coincidenti nelle strategie e nella sostanza, che confermerebbero il vecchio modello che consideriamo iniquo ed inefficace.
Per questo serve da parte di ANCI un cambio di passo e l’espressione di posizioni chiare e trasparenti: le esigenze reali dei Comuni devono essere portate e sostenute al tavolo di trattativa e il CONAI non può più ignorare le legittime istanze di un numero sempre crescente di Comuni, Consorzi ed ATO, che attendono risposte da troppo tempo.
I Comuni Italiani devono portare a casa da questo accordo risorse aggiuntive, almeno 150.000.000 €/anno in più rispetto a quanto erogato loro complessivamente nel 2012, per coprire anche se ancora solo parzialmente, i costi reali che gli stessi sostengono per le raccolte, il trasporto e la selezione di imballaggi.
La scelta di CONAI, e dei consorzi di filiera, di tenere irragionevolmente basso il contributo ambientale pagato dai produttori degli imballaggi immessi sul mercato, che è attualmente tra i più bassi d’Europa, e di non considerare nella quota da distribuire ai Comuni i ricavi dalla vendita dei materiali, non può essere pagata dai Comuni e dai cittadini.
E questo vale anche per la scelta di non imporre, così come avviene in molti altri paesi europei, un contributo ambientale maggiorato per chi immette imballaggi non, o difficilmente, riciclabili, che oggi vengono raccolti e contabilizzati da Conai per essere avviati all’incenerimento. È questa la ragione per cui, in Italia, non si è messa in moto una progressiva prevenzione e una riconversione ecologica della produzione di imballaggi.
Consideriamo inoltre inaccettabile che negli Allegati Tecnici delle trattative, si persegua una omologazione verso il basso delle differenti esperienze, che annulla le soluzioni più avanzate presenti nei diversi territori e produce costi aggiuntivi che incidono solo su Comuni e cittadini; l’accordo deve invece assumere e tutelare le diverse esperienze attraverso regole chiare verificate da controlli sulle fasce di qualità di soggetti terzi condivisi.
Ci appelliamo a Lei, Presidente Fassino, perché oggi, il ciclo integrato di gestione dei rifiuti, i Comuni, le famiglie hanno bisogno di sostegno e non si può continuare a penalizzare economicamente le gestioni virtuose dei Comuni che già ora raggiungono gli obiettivi Europei, premiando l’incenerimento invece del recupero della materia.
Occorre invece, nel rispetto della legge, mettere fine all'insostenibile pratica di scaricare l’extra-costo (economico ed ambientale) della raccolta del rifiuto da imballaggio sulle comunità.
Le chiediamo per questo di ascoltare le esigenze dei territori, evitando una nuova sottoscrizione al ribasso dell’ Accordo Quadro ANCI-CONAI.Paolo Foietta
Gianluca Fioretti
Il CARP affermia che la gestione del riciclo tramite CONAI è limitativa e quindi sbagliata, perche non permette il riciclo di tutti i rifiuti ma solo di quelli classificati "imballaggi".
In allegato la petizione di ATO-R e Comuni Virtuosi a Fassino... Sveglia!!!!
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