"Zero waste" riparte da Chivasso... Solo rose o anche spine?

La fine di WEST END sentenziata dalla provincia di Torino è più una mossa politica/economica che meramente tecnica. In quanto la riapertura della discarica di Vespia nelle vallate di montagna del Canavese è una scelta tecnica molto peggiore. La differenza della promozione è sicuramente legata alle ditte che  gestiscono le discariche più o meno vicine al Partito Democratico.

 

Chivasso si sta attivando per l'obiettivo rifiuti zero? Sembrerebbe di si, almeno in apparenza. Tuttavia nelle pieghe degli accordi presi dal Comune con alcuni (discutibili?) soggetti privati si nasconde ben altro, ovvero l'ampliamento della discarica. Ma andiamo con ordine.

Intanto la associazione coldiretti revoca la sua partecipazione al tavolo tecnico( vedi allegato).

Il Comune di Chivasso ha reso noto di aver incontrato i rappresentanti di SMC, società del gruppo Waste Italia che gestisce la discarica in regione Pozzo-Chivasso e che recentemente si è aggiudicata la gara per diventare il socio privato di SETA S.p.A., società semi-pubblica che svolge il servizio di igiene urbana nel Consorzio di Bacino 16 (Comuni a nord di Torino).

La proposta è quella di realizzare un "parco del riciclo" in cui i rifiuti potranno diventare “materie prime seconde”.

Leggendo bene il comunicato stampa del Comune, si trova un breve passo in cui si indica che:

In parallelo SMC chiederà l'autorizzazione per il riempimento di alcuni spazi nell'impianto esistente

Noi possiamo solo immaginare che "l'impianto esistente" sia la discarica di Chivasso, come ci aveva già precisato il vicesindaco qualche mese fa quando cercavamo di illustrare la pratica alternativa di Rifiuti Zero.

Quindi ben venga il progetto per un "parco del riciclo", ma attenzione al riempimento dello spazio fra le due vasche della discarica esistente.

Il Consorzio di Bacino 16 ha una produzione di circa 100'000 tonnellate di rifiuti l'anno, con una raccolta differenziata dell'80%, per cui rimangono 20.000 tonnellate di indifferenziato, ridotte a 10.000 con il trattamento proposto.

Con l'ampiamento della discarica (stimata a 1000000 mc) avranno una autonomia di 80 anni, sempre che non si voglia fare cassa vendendo questi spazi al migliore offerente.

Ricordiamo che il vero cuore degli affari del gruppo Waste Italia è fare smaltimento (cioè gestire discariche) e non fare impianti di trattamento dove comunque è chiaro che verrà prodotto combustibile per inceneritori (cdr o css come volete).

Chi c'è dietro la Waste Italia? I fratelli Pietro e Francesco Colucci, ora divisi con due aziende diverse.

La Waste Italia di proprietà della Sostenya di Pietro Colucci, fratello di Francesco Colucci il patron della Daneco, azienda sotto inchiesta per Pioltello, cioè scarico illegale di rifiuti tossici (nero fumo tossico si trasforma sulla carta in rifiuto non pericoloso) per 100.000 tonnellate nella stessa discarica di Chivasso, lascio i dettagli al comitato ambientalista di Chivasso.

La Sostenya è la proprietaria delle cave di Montanaro dove voleva attuare il progetto "Km verde", pubblicizzato come una meraviglia del riciclo che in realtà non era altro che un progetto per una immensa discarica bloccata, fortunatamente, dalla Provincia e dai montanaresi (che è bene che rimangano attenti...) ed avallata dal Politecnico di Torino.

Ora questo progetto è stato ribattezzato "Miglio verde": noi speriamo che sia qualcosa di diverso, e non che il Colucci voglia fare cassa per recuperare i crediti che vanta su SETA, anche perchè il progetto è avallato da Roberto Cavallo da noi molto apprezzato.

Sembrava avallato anche da Legambiente, ma ora dicono di no. Per adesso il loro simbolo c'è, e disdette ufficiali non ci sono... 

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