Aosta: bocciata la legge anti-pirogassificatore. La Regione: “Ma noi rispetteremo la volontà espressa dai valdostani”

La Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale contro il trattamento a caldo dei rifiuti, nata dal clamoroso successo dei “No Piro” al referendum di un anno fa, “ma la volontà dei valdostani sarà rispettata e il no all’impianto non sarà una scelta di legge ma una scelta politica”. Così l’assessore regionale all’Ambiente Luca Bianchi ha commentato la pronuncia della Consulta. 
“Questa maggioranza lo aveva scritto all’inizio della legislatura nel proprio programma - ha aggiunto Bianchi - quindi ora si andrà avanti sulla strada che avevamo deciso di intraprendere e su cui stiamo già lavorando”.

Per Fabrizio Roscio, consigliere regionale di Alpe e promotore del Comitato No Piro, “non entro nel merito della sentenza ma, di certo, questo pronunciamento riporta tutto indietro di un anno, a prima del referendum. Però nel frattempo è subentrato l’impegno politico della maggioranza, che ha sempre detto di voler rispettare la chiarissima volontà dei valdostani espressa nel voto. Il problema semmai è: va bene rispettare a parole la volontà della gente, ma bisogna anche muoversi e fare qualcosa di concreto perchè la situazione rifiuti in Valle d’Aosta è tra le peggiori d’Italia, siamo gli unici ad avere una discarica in cui viene riversato tutto senza alcun pre-trattamento”.

E Raimondo Donzel, segretario Pd, proprio nel giorno in cui la Regione comincia a discutere di un bilancio “lacrime e sangue”, batte sul tasto della competenza e dell’autonomia: “C’è amarezza per questa sentenza, perchè lo Stato si arroga prerogative di decisioni che incidono sulla salute dei cittadini. Quel bel percorso di autonomia che ci fu con il referendum è stato macchiato. E, aggiungo, non sento da parte della maggioranza questa voglia di rivendicare nella vicenda pirogassificatore quelle competenze che invece rivendica di continuo quando si parla di tagli alle risorse finanziarie”. “I giudici della Corte Costituzionale confermano una tendenza, consolidata negli ultimi tempi, contraria alle Regioni e la sentenza che boccia la legge votata con referendum costituisce un fatto grave per la nostra autonomia” ha aggiunto il consigliere regionale Alberto Bertin (Alpe), già presidente della commissione speciale per la rideterminazione delle politiche di gestione dei rifiuti, commentando la sentenza. “Da un punto di vista politico - prosegue Bertin - niente cambia poiché i valdostani si sono espressi e questa sentenza non obbliga a variare la decisione presa con il referendum: anche riaffermando la nostra autonomia è bene che si intraprenda rapidamente la strada indicata dal referendum”.

La Consulta ha dichiarato l’incostituzionalità della legge regionale a seguito dell’impugnativa del Consiglio dei ministri, datata 18 gennaio e contro la quale si era costituita la Regione Valle d’Aosta. Per la Corte Costituzionale la norma rientra nella tutela dell’ambiente “ed è di “competenza esclusiva dello Stato”. 
Secondo i giudici “la disposizione impugnata, imponendo un divieto generale di realizzazione e utilizzo di determinati impianti su tutto il territorio regionale, non contiene un “criterio” né di localizzazione, né di idoneità degli impianti. Si tratta di un limite assoluto, che si traduce in una aprioristica determinazione dell’inidoneità di tutte le aree della Regione a ospitare i predetti impianti”. Più in generale “i poteri regionali “non possono consentire, sia pure in nome di una protezione più rigorosa della salute degli abitanti della Regione medesima, interventi preclusivi suscettibili di pregiudicare, insieme ad altri interessi di rilievo nazionale, il medesimo interesse della salute in un ambito territoriale più ampio” (sentenza n. 54 del 2012)”.

In particolare la legge impugnata dal governo secondo i giudici della Corte costituzionale contrasta con le disposizioni secondo cui «spetta allo Stato “L’indicazione dei criteri generali relativi alle caratteristiche delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti” (articolo 195, comma 1, lettera p); nel rispetto di tali criteri generali, la Regione definisce i “criteri per l’individuazione, da parte delle province, delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti” (art. 196, comma 1, lettera n); inoltre, la Regione determina i “criteri per l’individuazione dei luoghi o impianti idonei allo smaltimento” (art. 196, comma 1, lettera o), dovendo rispettare “i principi previsti dalla normativa vigente e dalla parte quarta del presente decreto, ivi compresi quelli di cui all’articolo 195”, sulla base di quanto indicato nella parte iniziale dello stesso art. 196, comma 1».

SENTENZA INTEGRALE http://www.aostanews24.it/consulta-pirogassificatore/

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