Chiude l'inceneritore di Macerata
Rassegna stampa sulla chiusura dell'inceneritore di Macerata
Troppi sforamenti dei limiti di diossina: il Cosmari chiude
http://m.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/2013/09/04/945036-inceneritore-cosmari-chiude.shtml
Macerata, 5 settembre 2013 - Il Cosmari non riaprirà più. E' quanto ha deciso oggi il Cda riunito oggi a Macerata. Dopo 16 anni, dunque, cessa l'attività l'inceneritore del consorzio di smaltimento rifiuti, che serve numerosi Comuni nella provincia di Macerata.A luglio l’Arpam aveva registrato per sette volte uno sforamento del limite di emissioni di diossina dal camino, che i tecnici hanno ricondotto al ‘collasso’ della vecchia caldaia, provocato dal fermo di 15 mesi dell’impianto.E sarebbe stato troppo costoso riparare il danno. Così, il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea dei soci la realizzazione di un ‘digestore anaerobico’ in cui bruciare soltanto rifiuti organici per produrre energia elettrica e ridurre il livello del compost. La spesa prevista sarebbe di circa 12 milioni di euro, ammortizzabili in sette anni. Intanto, dovrebbe entrare in attività la discarica di Cingoli per assorbire i rifiuti indifferenziati.Quest'epilogo era già stato annunciato circa 20 giorni fa dal direttore del consorzio, Giuseppe Giampaoli, dopo la riunione del Cda e della direzione aziendale della struttura di Pollenza. “La verità è che ormai l’impianto, soprattutto per quanto riguarda le caldaie, è troppo vecchio — diceva Giampaoli — e rinnovarlo sarebbe troppo costoso. Inoltre, entro la fine dell’anno sarà pronta la nuova discarica a Cingoli, e visto che la raccolta differenziata aumenta, non ci sarà più bisogno della termovalorizzazione”.
Spento il camino del Cosmari, a Sforzacosta festeggiano
Adesso vogliamo i risultati delle analisi. "Inceneritore, vietato abbassare la guardia"
di Giancarlo Falcioni
Spento il camino del Cosmari, a Sforzacosta festeggiano
Macerata, 28 ottobre 2013 - «OGGI facciamo festa, ma non abbasseremo la guardia». Parola diAntonio Gismondi, presidente dell’associazione Nuova Salvambiente. Ieri i cittadini di Sforzacosta si sono dati appuntamento in piazza per godersi i frutti di una battaglia durata anni e che ha portato la scorsa estate allo spegnimento dell’inceneritore del Cosmari. Musica, castagne e dolci hanno fatto da sottofondo al pomeriggio dell’orgoglio ambientalista. Oltre agli attivisti anti-camino, infatti, a Sforzacosta si sono ritrovati anche i comitati di Corridonia e Castelraimondo, ancora in prima linea nelle loro battaglie contro il biogas e la linea di incenerimento del cementificio.
I comitati fanno quadrato e sperano che la vittoria contro il Cosmari sia un buon viatico anche sugli altri fronti aperti. Dice Gismondi: «Per noi questa è una vittoria importantissima, ma ora ci aspettiamo che le istituzioni rispettino gli impegni sulle analisi. Il Cosmari ci aveva promesso che saremmo stati convocati a settembre per decidere come procedere. Stiamo ancora aspettando». Il successo sull’inceneritore spinge Gismondi a dare man forte al comitato che a Castelraimondo si oppone alla trasformazione del cementificio in un impianto in grado di bruciare migliaia di tonnellate di rifiuti. «Se l’inceneritore fa male qui — ragiona il presidente della Nuova Salvambiente — fa male anche a Castelraimondo».
È agguerrito Luigi Travaglini, presidente del comitato Salva Salute di Castelraimondo. «Siamo vicini alla Nuova Salvambiente in questa giornata di festa — premette — e ne approfittiamo per informare sui nostri problemi. Il progetto prevede un impianto più che raddoppiato rispetto a quello attuale, in grado di incenerire 100mila tonnellate di combustibili solidi secondari e 120mila tonnellate di rifiuti vari». Il comitato ha presentato ricorso al Tar e i lavori per ora non sono partiti. «Ma nel vecchio impianto — dice Travaglini — i rifiuti già vengono inceneriti senza nessun controllo. Abbiamo chiesto le centraline all’Arpam, ma tra Provincia e Regione si stanno rimpallando le responsabilità». Insomma, per dirla con Gismondi, «non bisogna abbassare la guardia».
Macerata – Dopo 16 anni chiude l’inceneritore
Una vittoria di movimenti, comitati e associazioni, una battaglia raccolta dalle istituzioni locali. Domenica si festeggia lo spegnimento del camino.
Quando nel nostro paese si continua ancora a rispondere alle problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti attraverso l’incenerimento, a Macerata, nelle Marche, il mese di settembre 2013 sarà ricordato per uno storico traguardo: dopo 16 anni di attività chiude l’inceneritore. Un risultato ottenuto nel corso di questi 16 anni grazie all’azione costante di associazioni, movimenti e semplici cittadini che non si sono arresi di fronte alla minaccia per la salute e al degrado ambientale causati dall’inceneritore.
La linea di incenerimento entrò in funzione nel 1997 tra le accese proteste della cittadinanza del maceratese e tra sforamenti di diossine e furani è rimasta operativa fino a qualche settimana fa. La costante pressione di chi si è opposto negli anni all’inceneritore ha permesso di tenere sempre alta l’attenzione sull’impianto e le sue criticità. Questo in un territorio che alla determinazione nella protesta ha saputo affiancare la rivendicazione di buone pratiche in materia di conferimento dei rifiuti, rispondendo positivamente alle sperimentazioni di raccolta differenziata spinta introdotte negli ultimi anni. Un territorio che ha ottenuto la riapertura del registro dei tumori nei comuni circostanti l’impianto, grazie ai risarcimenti per i danni ambientali versati alle amministrazioni e investiti nelle indagini epidemiologiche commissionate per monitorare l’impatto dell’inceneritore.
Il definitivo spegnimento del camino rappresenta una vittoria di quanti si sono battuti nella lotta per la salvaguardia ambientale e la tutela della salute. Pur tardiva, una piena legittimazione del diritto delle popolazioni a decidere sul futuro del proprio territorio. Una battaglia di autodeterminazione che ha trovato riconoscimento da parte delle istituzioni locali che finalmente hanno risposto concretamente a radicali istanze di democrazia dal basso.
Domenica 27 ottobre, nella frazione di Sforzacosta, insieme all’Associazione Nuova Salvambiente, sarà il giorno dei festeggiamenti per la chiusura dell’inceneritore. Per portare avanti pratiche reali di sostenibilità volte al riuso ed al riciclo nella prospettiva del raggiungimento dell’obiettivo rifiuti zero. Per ricordare a chi vuole speculare sui rifiuti a scapito della salute e dell’ambiente che l’incenerimento non è una soluzione. Né qui né altrove.