Brescia a "Presa Diretta"
3 febbraio 2013 - ore 21.30 – RAITRE
Dopo una puntata intera dedicata al caso dell’ILVA, PRESADIRETTA accende le telecamere sul caso Brescia.
A Brescia c'è l'inquinamento più grave di Italia, forse d'Europa, perché riguarda un pezzo intero di città, 4 milioni quadrati di territorio nella zona sud di Brescia dove vivono 25mila persone. Si tratta del sito dove sorge la Caffaro, la fabbrica che per 50 anni ha buttato nelle acque della città 150 tonnellate di PCB, il Policlorobifenile, allo stato puro, una sostanza la cui tossicità per il terreno e per l'uomo si misura in microgrammi.
Oggi è vietata la produzione del PCB perché è considerato, come la Diossina, un potente cancerogeno, ma fino al 1984 la Caffaro ne ha prodotto centinaia di migliaia di tonnellate. L'inquinamento è stato scoperto da uno studioso di storia industriale di Brescia, Marino Ruzzenenti, che nel 2001 ha pubblicato un libro sulla storia della Caffaro. Subito dopo la pubblicazione il Ministero dell'Ambiente e l'Istituto Superiore di Sanità sono venuti a Brescia, hanno fatto dei rilevamenti e hanno scoperto che la situazione era ancora più drammatica, inserendo subito il sito Caffaro nell'elenco dei 57 Siti di Interesse Nazionale che vanno urgentemente bonificati.
Eppure in dieci anni non si èfatto nulla e le 25mila persone, donne, uomini e bambini vivono ancora a stretto contatto con il PCB . Ma quanto è pericolosa l’esposizione al PCB per la salute dell’uomo?
PRESADIRETTA è andata fino a Boston, all’universita’ di Harvard, per intervistare PHILIPPE GRANDJEAN , professore e scienziato di fama internazionale, che studia da più di venti anni l'effetto sulla salute umana dell’esposizione a PCB e a Diossina. Lo scienziato ha scoperto di recente che oltre a provocare diversi tipi di cancro, l’esposizione prolungata al PCB “scassa” letteralmente il sistema immunitario e l’apparato endocrino, con conseguenze molto gravi soprattutto per i bambini. Come dimostra la terribile storia di Anniston, una piccola città dell’Alabama, fortemente inquinata da una fabbrica della MONSANTO, che proprio come la CAFFARO, ha prodotto per cinquanta anni centinaia di migliaia di tonnellate di PCB.
PRESADIRETTA è andata a vedere da vicino e ha scoperto una intera comunità malata. L'unica grande differenza è che la MONSANTO è stata portata in tribunale, ha dovuto pagare 700 milioni di dollari ai cittadini che aveva avvelenato e adesso si sta facendo carico di tutte le spese della bonifica.
Da noi invece non èsuccesso nulla, la Procura della Repubblica non ha portato a processo i dirigenti della Caffaro, la Caffaro nel frattempo è fallita e non esiste più, e gli enormi costi della bonifica rimangono sulle nostre spalle. Dove troviamo adesso i miliardi di euro che servono per ripulire la città di Brescia?
PULIAMO L’ITALIA è un racconto di Riccardo Iacona e Rebecca Samonà