Torino (s)vende l'80% dell'inceneritore

Torino svende il patrimonio dei “beni comuni” (GTT, Amiat, TRM-inceneritore, Sagat, asili nido, ecc.), per tamponare 3’500 milioni di debiti della città

Dall’ipotesi di vendita della sola AMIAT, sono arrivati alla delibera di vendita accorpando anche TRM (inceneritore). Venerdì 20 luglio hanno deciso la quota, 80%, affermando che le banche erano d’accordo e così pure Provincia di Torino e ATO-R. In commissione hanno affermato più volte che l’obiettivo della vendita è trovare soldi per il rientro nel “patto di stabilità”. Tutto il resto non conta.

Ma, sempre venerdì 20, verso le ore 19 la Corte Costituzionale dichiara incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, obbligava la privatizzazione dei servizi pubblici locali in contrapposizione al referendum. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti. Consiglio di Stato ci ha dato ragione.

A fronte di questa decisione, ragione vorrebbe che l’iter si fermasse, essendo mutati i parametri giuridici sui quali si incardinavano sia la delibera quadro del 23 novembre 2011 sia questa che vuole essere approvata.

Lunedì 23 luglio 2012  la commissione torinese ha portato un maxi emendamento che semplicemente eliminava la fonte giuridica cassata dalla Corte Costituzionale. Decadono le motivazioni originarie “ lo chiede la legge”, e confessano che lo scopo è FARE CASSA.

Ora non ci sono dubbi sono gli amministratori della città di Torino a voler vendere per tamponare una situazione da loro stessi creata, perche prima di loro ci sono stati sempre loro.

Rimane il problema economico, dalle valutazioni degli Esperti,  la vendita di AMIA-TRM dovrebbe far incassare al comune di Torino circa 150 milioni di euro. TRM (l'inceneritore) è nato con 420 milioni di euro prestati da BEI, UNICREDIT E PARIBAS (banche). È possibile che la gara sia deserta vista l'ipoteca che grava sull'impianto(o sui cittadini), tanto che nella delibera è prevista l’ipotesi del ricorso a  “trattativa privata”.

Le ipotesi sono quindi due:

  1. uno o più privati rispondono alla gara che però per la logica “del massimo ribasso”, potrebbero offrire una cifra molto inferiore;
  2. nessuno si presenta: si avvia la trattativa privata, magari con IREN (indebitata di 3 miliardi di euro, questa è una clamorosa dimostrazione del fallimento di Sindaci che si improvvisano finanzieri), se non fosse IREN, indifferentemente il privato a fronte di una gara buca, sicuramente proporrà il “SUO PREZZO” e non sarà certo quello richiesto e ipotizzato dal governo cittadino.

Il rischio di cadere dalla padella nella brace è altissimo. Supponendo che si trovi il compratore che supera tutti questi ostacoli, come minimo vorrà avere mano libera su almeno tre parametri:

  1. determinazione delle tariffe, oggi TRM offre una ipotesi di costo di 105€ a tonnellata (in ogni caso il costo dello smaltimento costerà oltre il 50% in più degli attuali costi discarica di Cassagna, 70€/tons), ma sappiamo che la stessa IREN costruttore dell’impianto di Parma, richiederà 169€ a tons
  2. aumento del volumi smaltiti, dalle caratteristiche tecnologiche dell’impianto sappiamo che le attuali e dichiarate 421.000 tonnellate potrebbero diventare circa 600.000, magari importando rifiuti “da fuori”
  3. riduzione dei costi relativi ai controlli ed agli smaltimenti in sicurezza, delle scorie, si ricorda che un inceneritore produce circa 30% di scorie delle quali il 5% sono tossico-nocive.

La sentenza della Corte Costituzionale  potrà rilanciare il ricorso al TAR contro la delibera quadro sulle privatizzazioni del 23 novembre 2011 in termini giuridici di “motivazioni aggiunte”.

NOI NON CI ARRENDIAMO SIAMO DALLA PARTE DEL CITTADINO. L'ATTIVAZIONE DELL' INCENERITORE E' GIA' UN PASSO PER CREARE UN DEBITO MA E' PEGGIO SE E' POI UN PRIVATO A GESTIRLO: VEDI: PIETRASANTA, LECCE, VERCELLI.

I problemi non sono stati evidenziati dalle istituzioni ma sempre dai cittadini. Quindi anche se la provincia e L'ATOR di Torino dicono che loro fanno bene i controlli, cosi non e' stato nelle altre città .Torino e' diversa? SI e riuscita ad accumulare un debito economico enorme ora vediamo se accumuliamo anche un po' di diossina e altri inquinanti vari.

Il rischio di cadere dalla padella nella brace è altissimo. Supponendo che si trovi il compratore che supera tutti questi ostacoli, come minimo vorrà avere mano libera su almeno tre parametri:

diversa? SI e riuscita ad accumulare un debito economico enorme ora vediamo se accumuliamo anche un po