Inceneritore di Parigi

L’attuale inceneritore di Ivry-sur-Seine, comune della prima cintura parigina, è un impianto enorme, con una capacità di trattamento pari a 730.000 tonnellate annue. Costruito vicinissimo alle case, i suoi fumi, davvero imponenti, sono ben visibili sia dalla terrazza panoramica del Trocadéro sia dalla collina di Montmartre.

Attualmente è in discussione un progetto per la ristrutturazione di questo impianto, che, nella sua forma attuale, comprende anche un centro per la raccolta differenziata (interessante, no?).

Di seguito si riporta la traduzione di un comunicato del Collettivo 3R (Réduire / Reutiliser / Recycler), relativo a tale progetto.

http://collectif3r.blogspot.it/2014/11/rien-nest-encore-acquis-dans-le-projet.html

Ven 21/11/14

Il 17 ottobre 2014, i consiglieri di Syctom (l’Agenzia Metropolitana per i Rifiuti Domestici, NdT) hanno votato per autorizzare il loro presidente a firmare l’accordo relativo alla progettazione, la costruzione e lo sfruttamento di un inceneritore e di un impianto di TMB-metanizzazione con il raggruppamento Ivry-Paris XIII (Novergie/Suez Environnement, Eiffage, Vinci, etc...) per un importo di euro 2 050 424 975 TTC[1].

[…]

La sola parte certa riguarda gli studi per l’inchiesta pubblica d’inizio 2016 e per il dossier d’autorizzazione allo sfruttamento. Le due parti della costruzione dell’impianto d’incenerimento e, in secondo luogo, dell’impianto di TMB-metanizzazione non dovrebbero essere decise, rispettivamente, che a partire dal 2016 e 2020.

Cosa si può dire di questo voto?

I 49 eletti ed elette presenti, su 69 del Consiglio di Syctom, […] hanno  votato a favore del progetto, con l’eccezione dei consiglieri EELV di Parigi Anne SOUYRIS e Antoinette GUHL che hanno votato contro, e del sindaco di Ivry-sur-Seine Pierre GOSNAT che si è astenuto, in contraddizione con il voto del Consiglio municipale di Ivry di gennaio 2014, che chiedeva l’abbandono immediato del progetto di TMB-metanizzazione.

Ci si può domandare quanti consiglieri abbiano preso conoscenza del testo di questo enorme accordo pubblico, che non poteva essere consultato che nei locali di Syctom e su appuntamento, cosa che spinge a porsi delle domande sul funzionamento democratico delle nostre istituzioni. 

Il rapporto presentato prima del voto, oltre a contenere belle tavole d’architetti, e la giustificazione di un 13% di sovrapprezzo rispetto alla “stima” (quale stima? e quale data?), non rendeva conto che del carattere frazionato dell’affare, e dell’ammontare delle diverse frazioni, circa 60 milioni di euro HT[2] per la frazione certa, 427 milioni per la costruzione di un nuovo impianto d’incenerimento e 476 milioni per la costruzione di un impianto di TMB-metanizzazione; il resto costituisce le somme assegnate allo sfruttamento del futuro sito, probabilmente per una durata molto lunga (quale durata?).

Nell’ambito di questo voto globale, il Syctom si comporta in modo autistico, come se nessuna rimessa in causa giuridica della sua politica avesse avuto luogo a Romainville, come se non ci fosse alcuna opposizione al progetto di Ivry, come se nessuna politica di riduzione-riutilizzo-riciclo avesse cambiato le mentalità dal 2009. Invece di rinunciare al suo progetto grandioso e rimettere a posto la sua gestione catastrofica dei rifiuti, il Syctom mantiene per 10 anni, come una spada di Damocle, il suo progetto pericoloso di TMB-metanizzazione, fonte di nocività gravi per i residenti in un raggio di parecchi chilometri.

Il Collettivo 3R attende di avere accesso al dossier dell’accordo pubblico per decidere il seguito della sua azione. Ma continueremo a batterci perché il progetto dell’inceneritore di Ivry-Paris XIII sia rimesso in discussione e dei nuovi obiettivi siano fissati per il territorio di Syctom, specialmente l’obbligo della raccolta separata della frazione organica per i grossi produttori ET per tutta la popolazione, oltre alla messa in opera della tariffa puntuale, uniche misure capaci di far diminuire i rifiuti in maniera considerevole e rapida e d’impedire la costruzione d’impianti di trattamento dei rifiuti obsoleti, costosi e inquinanti.

I sistemi di filtrazione dei fumi dell’impianto di Ivry sono stati modernizzati a costo elevato nel 2004-2005 (si parla di 300 milioni di euro) e i due forni dell’impianto sono stati rimessi a nuovo nel 2011-2012 per 80 milioni di euro: nulla dunque spinge verso l’impianto di Ivry. Le capacità di trattamento da incenerimento sono largamente sufficienti nell’Ile-de-France […]. Una volta attuate le politiche Rifiuti Zero sul territorio di Syctom, come il Consiglio di Parigi sembra essersi impegnato a fare lo scorso giugno, sarà allora tempo di valutare le tonnellate di rifiuti rimanenti da trattare e di decidere del loro trattamento, piuttosto che costruire oggi un impianto di incenerimento che ostacolerà per 50 anni i nostri sforzi di riduzione e separazione, e inquinerà l’aria che noi respiriamo, e che respireranno i nostri figli.  

L’urgenza oggi è quella di preservare le risorse del pianeta, e di lottare contro il riscaldamento climatico, al quale contribuisce il trattamento dei rifiuti.

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