Relazione illustrativa legge di iniziativa popolare nazionale

PRESENTAZIONE LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE NAZIONALE AD INDIRIZZO RIFIUTI ZERO

 Relazione illustrativa della proposta di iniziativa popolare Legge Rifiuti Zero

Le finalità generali del disegno di legge di iniziativa popolare si fondano sulle seguenti linee direttrici:

  1. far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta, riducendo la nostra “impronta ecologica” sul pianeta tramite l’eliminazione degli sprechi e la totale reimmissione dei materiali trattati nei cicli produttivi, quindi massimizzando, nell’ordine, la Riduzione dei rifiuti, il Riuso dei beni a fine vita, il Riciclaggio e minimizzando, nell’ordine, tendendo a zero al 2020, lo smaltimento, il recupero di energia e il recupero di materia diverso dal riciclaggio. Tale percorso rappresentato è sinteticamente indicato come “la strategia Rifiuti Zero – Zero Waste” promosso da molti anni a livello internazionale dal prof. Paul Connett e da altri;
  2. proteggere l'ambiente e la salute umana secondo gli indirizzi della Carta di Ottawa per la promozione della salute del 21 novembre 1986, nella consapevolezza che le nostre società sono  complesse e interdipendenti e non è possibile separare la salute dagli altri obiettivi;  è sempre più urgente identificare gli ostacoli all'adozione di politiche pubbliche per la salute nei settori non sanitari ed i modi per superarli;
  3. rafforzare la prevenzione primaria delle malattie attribuibili ai rischi indotti da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti, perseguendo una modifica radicale dei modelli di produzione e utilizzo delle risorse  e dei materiali e puntando a strategie incentrate sul risparmio dei materiali, sulla riduzione dei rifiuti, sul riuso dei beni a fine vita e sul riciclo,  minimizzando sino ad annullarlo il ricorso allo smaltimento;
  4. assicurare l'informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti, secondo quanto prescritto dalla Carta di Ottawa per la promozione della salute del 21 novembre 1986, dal D. Lgs n. 502/2006, art. 13, dalla Carta di Aalborg del 1994, affinché i cittadini siano messi in grado di controllare i determinanti di salute per la promozione della salute stessa e di partecipare alla formazione delle decisioni istituzionali per la gestione dei rischi ambientali e sanitari in tutte le fasi connesse al ciclo dei rifiuti (Convenzione di Aarhus 26.6.1998, Direttiva 2003/35/CE, Direttiva “2008/98/CE);
  5. recepire ed applicare il Sesto Programma di Azione per l’ambiente della CE, in particolare in materia di riduzione dei rifiuti, che prevedeva la riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto alla produzione del 2000;
  6. recepire ed applicare la Direttiva quadro 2008/98/CE, laddove in particolare indica la scale delle priorità nella gestione dei rifiuti e afferma che “la preparazione per il riutilizzo, il riciclo o ogni altra operazione di recupero di materia sono adottate con priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia”, per cui, all’interno del recupero diverso dal riciclo, va privilegiato il recupero di materia rispetto al recupero di energia, rafforzando quanto già recepito nella normativa italiana con la modifica dell'art. 179 del D. Lgs n. 152/2006 operata dal D. lgs n. 295/2010;
  7. recepire ed applicare il risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali nonché della sentenza della Corte Costituzionale n. 199 del 2012, che esclude l’obbligo dell’assegnazione del servizio tramite gara, ma permette l’affidamento diretto a proprie società interamente pubbliche, così come previsto dalla legislazione europea.
  8. Recepire gli indirizzi della risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” che, pur non essendo una norma cogente, costituisce un documento di indirizzo generale preparatorio sia per il settimo Programma europeo d’azione per l’ambiente, sia per la nuova direttiva quadro sui rifiuti prevista per il 2014, in particolare laddove dice, nel punto 33: “invita la Commissione a razionalizzare l'acquis in materia di rifiuti, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero; chiede pertanto alla Commissione di presentare proposte entro il 2014, allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l'incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili; ritiene che queste iniziative debbano essere accompagnate da idonee misure transitorie, tra cui l'ulteriore sviluppo di norme comuni basate sul concetto di ciclo di vita; invita la Commissione a rivedere gli obiettivi per il riciclaggio per il 2020 della direttiva quadro sui rifiuti….”.

PRINCIPI

  • Educazione alla sostenibilità
  • Agricoltura sostenibile
  • Progettazione industriale & occupazione sostenibile
  • Sviluppo della comunità
  • Sviluppo economico sostenibile
  • Energia sostenibile
  • Architettura sostenibile

Premesse ed iter

Risoluzione Europea e L.I.P. ZW: cronologia LEGGE RIFIUTI ZERO

  • Il 24 maggio 2012 il Parlamento europeo vota con una articolata risoluzione L’INDIRIZZO POLITICO AL 2020 di CHIUDERE TUTTE LE DISCARICHE ED INCENERITORI;
  • Giugno 2012 Zero Waste Lazio lancia a ROMA la prima bozza della Legge Iniziativa Popolare a modifica T.U. 152/2006;
  • Settembre 2012 si costituisce il Tavolo tecnico nazionale con la Rete Nazionale rifiuti zero, per dettagliare la Bozza;
  • Dicembre 2012 e Gennaio 2013 Assemblee nazionali a Roma per il TESTO definitivo e lanciare il Coordinamento Nazionale;
  • Marzo 2013 Deposito in Cassazione ed avvio CAMPAGNA !!!!

GLI ARTICOLI DI PREVALENTE CARATTERIZZAZIONE

Art. 1 – Obiettivi dal 2016 al 2020

  1. RIDUZIONE < dal 10% sino al 20%
  2. RIUTILIZZO < dal 2% sino al 5%
  3. RICICLAGGIO < dal 70% a 85%
  4. Recupero di Materia < da 80% a 95%
  5. RECUPERO DI ENERGIA + SMALTIMENTO > dal 65% al 5%

Art. 2 – Raccolta “porta a porta”

Obbliga i Comuni al passaggio al sistema domiciliare “porta a porta”

Art. 4 - moratoria al 2020

FERMIAMO le Autorizzazioni per nuovi e vecchi INCENERITORI CHE HANNO MENO DEL 65% DI RECUPERO ENERGETICO, che sono PER LEGGE assimilabili ad IMPIANTI DI SMALTIMENTO !!!!!

Art. 5 – Revoca degli Incentivi alla Combustione

blocco dei CIP 6 e Certificati Verdi in essere – chiusura contributi per eventuali impianti successivi.

Art. 6 –Contratti di fornitura inceneritori

  • Rinegoziare i contratti senza penali ai Comuni,
  • Patto di riconversione da attuarsi entro tre anni,
  • Programma partecipato con Comuni, Gestori e le Comunità locali (Aarhus)

Art. 10 –Tributo speciale inceneritori e discariche

  • Il Tributo speciale di smaltimento regionale deve essere DESTINATO E VINCOLATO SOLO al ciclo rifiuti, ed utilizzato per la Riconversione;
  • Dobbiamo tassare gli Inceneritori con Recupero di energia almeno del 65% come IMPIANTI DI SMALTIMENTO, seppure con importo al 50%;

Art. 11 – Utilizzo del Tributo speciale

  • Riconversione impiantistica
  • Passaggio al “porta a porta”
  • Premiare i Comuni virtuosi
  • Riduzione e Riuso di rifiuti
  • Centri di ricerca sul residuo

Art. 13 –Incompatibilità tra Recupero e Smaltimento

  • Il Gestore della Raccolta e Recupero, se privato, non può gestire ANCHE lo smaltimento;
  • Il Distretto di piccole e medie aziende è il nuovo soggettonella filiera del Recupero;
  • La Raccolta e smaltimento sono S.P.L., senza profitto e sono gestiti da aziende pubbliche;
  • Le discariche per rifiuti residui trattati sono pubbliche e dotate di nuovi Centri di ricerca

Art. 15 – Tariffa Puntuale

  • Passaggio entro tre anni, dalla Tassa alla Tariffa Puntuale
  • Sconto adeguato sulla tariffa per il compostaggio domestico

Art. 20 –Monitoraggio sanitario

  • Piano di monitoraggio di siti inquinati da discariche, inceneritori, industrie con smaltimenti illegali, 
  • Registri dei tumori e campagne di prevenzione e cura,
  • Bonifica, prevenzione e cura a carico degli inquinatori 

Art. 21 –Reato di danno ambientale

  • Reato di inquinamento e danno ambientale: pena aumentata di un terzo per tutti i soggetti industriali imprevidenti od inosservanti delle norme,
  • Risarcimento danno alle comunità locali ed allo Stato e bonifica in danno.

Art. 22 –Piano Nazionale Prevenzione

  • Linee guida per la riduzione organico e per l’attuazione della responsabilità estesa del produttore per certificare la decostruibilità / riciclabilità TOTALE;
  • Vietata dal 2016 l’importazione e la produzione di beni e materiali non riciclabili o compostabili.
  • Attuazione dei G.P.P. con la garanzia di fornitura negli appalti pubblici di almeno il 50% di materiali riciclati.

Art. 23 – Filiera alimentaree di recupero dell’organico

  • Piano di razionalizzazione alimentare, per la riduzione di scarti in discarica, il riutilizzo di alimenti scaduti nella produzione di compost,
  • Le Banche alimentari come centri di riutilizzo sociale di alimenti in prossimità di scadenza, Last Minute Market
  • Il compostaggio domestico e quello collettivo di zona come strumenti di riduzione a monte,
  • Il compostaggio obbligatorio degli sfalci nelle aree verdi pubbliche superiore ad un ettaro.

Art. 24 – Centri per il Riuso

  • Almeno uno ogni 20mila abitanti al 2016
  • Centri come aree di deposito in attesa della Riparazione o del Riuso, ma distinte dai Centri di Raccolta rifiuti urbani,
  • Gestione affidata ad organizzazioni civili no-profit, di volontariato, coop. Sociali ….

Art. 26 – Accesso e Partecipazione civica

  • Informazione preventiva, accesso totale ai documenti e partecipazione in tutte le fasi del processo autorizzativo, 
  • Comitato di garanti civici per la partecipazione nella attuazione e revisione di Piani regionali rifiuti